



Isabelle de Charrière
Editore
Sellerio editore Palermo
Pubblico
Per tutti
Trama
«Non conosco nulla che dia più pena del vostro modo di cominciare senza finire» diceva Mme De Staël alla ormai anziana Isabelle de Charriere. La signora del romanticismo francese non concepiva, nei romanzi epistolari di Belle, il loro esaurirsi come si esaurisce normalmente una giornata, senza un finale tragico o felice. Sfuggiva la loro modernità, ossia, come spiega Daria Galateria nella Nota, il loro opporre «le ragioni dei tormenti della passione, gli unici degni di racconto, contro l'opacità dell'appagamento». Furono scritti tra il 1784 e il 1787 da uno di quei talenti femminili straordinari che resero miracoloso il Settecento. Dei quali non si sa se privilegiare, contemplandone lo spirito, la sensibilità da chiaroveggente dei rapporti umani che sa quando sorprendere col detto e quando lasciare in sospeso col non detto, se l'intelletto anatomistico che fa riflettere un'intera tempesta in un incidente impercettibile, oppure la ironica consapevolezza dei propri doveri femminili chiamati a governare razionalmente il reame della stupidità umana. Il loro tema è la vita difficile e pericolosa dell'amore femminile in mezzo alle convenzioni del conformismo. Nel primo, Lettere da Losanna, una madre racconta senza enfasi a una cugina del lavoro instancabile di decifrazione in cui consiste la mondanità per maritare un figlia. Il secondo, inizia dove il tradizionale romanzo femminile finisce: Mistriss Henley, sposata a un uomo perfetto, racconta a un'amica il modo in cui tutte le speranze ineffabilmente e con le migliori intenzioni muoiono. Il terzo è un triangolo isoscele, tra una sartina, un apprendista commerciale e una nobildonna: una serie di eventi, e la forza invincibile della gioventù, li unisce in un legame d'affetti che sembra irrevocabile.
Lingue
Italiano
Formato
Libro